Il termine plagiocefalia indica la presenza di anomalie nelle simmetrie del cranio del neonato.
Questa situazione è molto frequente nei neonati ed è contraddistinta da una sorta di livellamento monolaterale della zona occipito-parietale del cranio, cioè la parte in cui la testa appoggia solitamente a terra. La parziale deformazione della calotta cranica determina così un’asimmetria portando la testa del piccolo ad essere paragonabile ad una sorta di parallelogramma a forma romboidale.
Esistono due diverse plagiocefalie:
• plagiocefalia sinostotica: provocata da una crescita anomala e patologica delle saldature craniali, trattata solitamente in modo chirurgico e già diagnosticata in ospedale al momento del parto;
• plagiocefalia posizionale: derivata da pressioni esterne che spingono sul cranio e la situazione più frequente.
Chiaramente il nostro interesse si rivolgerà verso la plagiocefalia di tipo posizionale, classificata come “dismorfismo”, che può essere trattata con l’Osteopatia con l’obiettivo di farla regredire o quanto meno a migliorarne la struttura.
Questo tipo di plagiocefalia consiste in una anomalia a carico della forma del cranio del neonato che si verifica nel corso dei primi mesi di vita, periodo in cui la sua ossatura è ancora cedevole e può trasformarsi con facilità a seconda della posizione in cui il piccolo viene collocato o passa la maggior parte del tempo.
Quando compare la plagiocefalia di tipo posizionale il cranio del neonato prende una forma obliqua e un lato della testa risulta più schiacciato sul retro.
Per le sue caratteristiche la plagiocefalia di tipo posizionale non può essere etichettata come una vera a propria patologia ma piuttosto come un’anomalia non congenita del cranio, acquisita tramite una postura errata, che può portare il piccolo a sviluppare una forma disarmonica d’insieme della testa la quale, a sua volta, può influenzare la corretta crescita del cranio.
Da sempre l’osteopatia è considerata come uno dei trattamenti più efficaci nelle anomalie a carico del cranio o nei traumi derivati dal parto. L’obiettivo di un protocollo osteopatico è quello di ricostruire la completezza della struttura della persona e la stabilità di fluidi e tessuti così da consentire al corpo di recuperare la propria capacità di auto-rigenerazione.
L’osteopata, dunque, prenderà in carico la situazione relativa all’anomalia del cranio, nello specifico della plagiocefalia, per ricondurla con delicatezza alla sua struttura corretta, la condizione indispensabile per una fisiologia funzionale ed armonica.
Chiaramente, una diagnosi tempestiva rappresenta un elemento indispensabile per avviare il protocollo il quale, se attuato entro i 3 o 4 mesi di vita del bambino, sarà con ottime probabilità risolutivo soprattutto per evitare ulteriori conseguenze che potrebbero verificarsi in seguito. Il protocollo osteopatico di tipo manuale ha, dunque, l’obiettivo di ripristinare la crescita simmetrica nel bambino.
Importantissimo nel trattamento della plagiocefalia sono i consigli e i suggerimenti utili a stimolare il bambino a corretti movimenti del collo e della testa così da permettere lo sviluppo neuromotorio più regolare possibile.
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